Come è ben noto, il paziente più comune in Italia – tanto nell’ambulatorio del medico di medicina generale o dello specialista, quanto nei dipartimenti di emergenza accettazione che, infine, in corsia – è quello di età media o avanzata con una o – più spesso – molteplici patologie croniche. Tra queste patologie croniche, quella dominante è sicuramente l’ipertensione arteriosa che, in base ai
dati forniti dalla Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa (SIIA), colpisce il 37% della popolazione adulta ed un numero ormai intorno al 10% di quella nelle prime due decadi di vita. Così come accade – purtroppo – per molti componenti del rischio cardiovascolare, anche per l’ipertensione arteriosa vale la regola del mancato controllo come determinante cardine dell’eccesso di morbilità e mortalità che è ad essa associato. Adottando, infatti, gli ultimi criteri, più restrittivi, di buon controllo pressorio, appare evidente come la maggioranza dei pazienti ipertesi italiani non siano bencontrollati dalla terapia antiipertensiva.
Le patologie cardiovascolari sono state e continuano ad essere la causa principale di mortalità e morbilità nel mondo ed in Italia. La gestione di pazienti complessi rappresenta ad oggi un modello di lavoro integrato tra specialisti dove la scambio di informazioni ed il coordinamento delle varie figure coinvolte è fondamentale per ottimizzare i risultati terapeutici ed utilizzare in modo razionale le risorse disponibili. La prevenzione priorità indicata dalla linea guida, e la gestione della terapia in pazienti con plurime problematiche, sottoposti a procedure sempre più complesse, rende necessaria la stretta collaborazione tra specialisti in modo da creare una “rete” ospedale – territorio in grado di individuare i pazienti a più alto rischio, di stilare rapidamente un percorso diagnostico condiviso, di instaurare precocemente le terapie farmacologiche e interventistiche ottimali e di ottimizzare il follow-up. Ipertensione ed ipercolesterolemia contribuiscono in modo determinante ad aumentare il rischio cardiovascolare globale.
Le ragioni conducenti al fenomeno del mancato controllo pressorio nella popolazione generale sono state dibattute in maniera ampia, con la definizione di interessanti nuove entità, quali l’ipertensione mascherata e pseudo-resistente, ma i risultati sono migliorati in modo chiaramente insufficiente. Verosimilmente, ad arrestare una maggiore intensità nell’approccio al singolo elemento di rischio è un misto di timore, generato nel clinico dalla necessità di evitare fenomeni ipotensivi, nel caso specifico dell’ipertensione arteriosa, e di mancanza di cultura sui maggiori vantaggi derivanti dal buon controllo rispetto alla semplice riduzione pressoria.
Obiettivi del progetto è quello di ottimizzare l’uso dei trattamenti terapeutici già in atto con un focus particolare sulle opzioni terapeutiche, attraverso una puntuale ricognizione dei Soggetti/Centri che gestiscono tali terapie ed una verifica della qualità media del trattamento; fornire strumenti metodologici utili per guidare la scelta dei clinici nella definizione della terapia; identificare percorsi clinici condivisi per la presa in carico e il follow-up dei pazienti in trattamento; definire tramite co-creazione un modello di riferimento in grado di rispondere alle criticità del patient journey e della gestione della patologia ipertensione.